domenica 15 luglio 2007

Ma cosa hai visto, Romano, in Palestina?

Caro Presidente del Consiglio Romano Prodi,

Che delusione! Non solo qui in Italia, ma soprattutto in Palestina, in tanti avevano tanto sperato in questa tua visita e nelle parole di denuncia che ci si aspettava da chi predica la “discontinuità”di questo governo in politica estera. Ma stavolta hai battuto tutti, anche Fini e Berlusconi e così hai confermato quella tua assurda dichiarazione ad Olmert, garantendogli che la politica italiana verso Israele non cambia malgrado cambino i governi (incredibile affermazione che ancor più ti allontana dallo sforzo europeo di autonomia dagli Usa). Abbiamo letto invece tanti commenti positivi in Israele, per esaltare “un viaggio storico”, con un “grande apprezzamento perché finora nessuno aveva scelto di andare a Sderot per capire veramente il conflitto”. Hai rassicurato tutti quelli che ogni giorno sigillano per noi in un cellophan opaco il massacro del popolo palestinese evitando di gettare anche solo lo sguardo nell'inferno dei Territori Occupati. Tu però, Romano, lì ci sei andato con i tuoi piedi; ti hanno portato fino a Ramallah e dentro la prigione di Betlemme... ma cosa hai visto? E perché hai taciuto? Certo, hai ricevuto i complimenti perché sei riuscito a non rispondere esattamente a nessuna delle richieste che lo stesso Abu Mazen ti ha fatto appena ti ha incontrato a cui anche un ragazzino di terza media avrebbe saputo almeno replicare per “far bella figura”:

1) chiedere ad Israele un vero negoziato di pace;

2) fermare la costruzione del muro come esige la Corte dell'Aja;

3) pretendere la fine della colonizzazione dei Territori Palestinesi;

4) far cessare le restrizioni e vessazioni imposte al popolo palestinese;

5) interrompere la pratica assolutamente illegale degli omicidi mirati;

6) eliminare i centinaia di posti di blocco e le by pass road proibite;

7) affrontare con saggezza e chiarezza la questione dei profughi;

8) liberare i migliaia di prigionieri ben oltre i simbolici 250;

9) esigere il ritiro di Israele dalle annessioni dentro i confini del ‘67.

Davvero incredibile: sei riuscito ad evitare uno ad uno tutti i nodi del conflitto come nemmeno Fini aveva fatto, anche perché -segreti della diplomazia- eri tutto preso dal mostrare la tua irritazione per la Lettera dei ministri degli esteri uscita nelle stesse ore. Eri così arrabbiato che forse non l'hai nemmeno letta...E invece ti avrebbe fatto bene...Perchè loro alcuni dei 9 punti delle priorità, pur con i soliti equilibrismi, li hanno considerati. Se partiamo dalla fine del viaggio, ecco riportato fedelmente il tuo “auspicio” conclusivo: “Il mio appello è per tutti, affinché migliorino le condizioni di vita del popolo palestinese!” Se non fossero le tue parole sarebbe difficile pensarle sulla bocca di un uomo che si trova in un poverissimo campo profughi dove 12.000 esseri umani sono ammassati in mezzo chilometro quadrato da sessant'anni, sotto costante minaccia dell'esercito, privati dei diritti fondamentali... E tu hai il coraggio di 'auspicare' una miglior qualità della vita?! Ma è l'inizio del viaggio a darne la vera chiave di interpretazione: superando qualsiasi politico europeo (mentre i Ministri degli esteri ammettevano coraggiosamente: “la Road Map è fallita” e con autocritica encomiabile:“l'immobilità timorosa della Comunità internazionale ha provocato già troppi danni in Palestina!”) hai espresso “perfetta identità di vedute” con Israele che, ostinandosi ad affossare ogni risoluzione internazionale, non si aspetta nemmeno più dagli Usa una sottoscrizione così totale: carta bianca su tutto per chi economicamente riduce alla fame un popolo intero, finanziariamente sottrae il dovuto e militarmente compie quotidiani crimini denunciati inutilmente dall'Onu. Ma tu, Romano, assicuri che sei vero “amico” e i giornali riportano questa tua insistente rassicurazione ad Israele per fugare ogni dubbio di critica. Ma allora è rivolto anche a te il giudizio molto duro del Vescovo coadiutore di Gerusalemme Fuad Twal: “Spesso i politici arrivano ripetendo: Siamo amici d'Israele! Ed io rispondo sempre: Complimenti. Ma se dite di amare Israele, avete mai detto, almeno una volta, a chi amate che sta sbagliando? Quando l'avete detto, anche una sola volta? Forse mentre tutto il mondo attraverso l'Onu condannava Israele per la costruzione del muro? O forse avete preferito addirittura mettere il veto a queste decisioni internazionali? Ma chiedetevi: è forse questo il vostro amore per Israele?” (preziosa e da diffondere è l'intervista al Vescovo in esclusiva A VOCE ALTA). Noi internazionali di Pax Christi che siamo in partenza per la Palestina (peccato però che neanche uno dei giornalisti che avevi con te concederà mai due righe a noi che monitoriamo violazioni e crimini insieme all'Onu) non vediamo invece l'ora di chiedere al giovane Jihad, fra pochi giorni al campo profughi di Dheisheh, come Romano Prodi sia riuscito a stare con loro (compresa foto di gruppo in una casa di profughi per La Repubblica) senza pronunciare niente di più di un “sospiro”, come l'ha riportato il Corriere della Sera: “Questa durezza della separazione pesa nella testa e nel cuore -ha sospirato tra sé il Professore uscendo dal campo profughi e vedendo il muro”. Come hai fatto a passare il check-point di Betlemme e a consegnare ai giornalisti solo questa dichiarazione sul muro dell'apartheid: “Fa impressione” ! Come hai potuto pensare che le richieste di milioni di topi in gabbia al limite della dignità e della resistenza di un uomo, potessero venir soddisfatte dalla tua promessa: “attiveremo un canale di aiuti per piccole-medie imprese”... Ma allora all'ingresso del campo non ti ha accolto Mohammed che ripete agli italiani: “Grazie di essere qui! Dite in Italia come viviamo qui da sessant'anni, con le incursioni dell'esercito quasi ogni notte!”. Non hai provato ad ascoltare Taher nel suo negozietto di alimentari all'ingresso del campo, che racconta come i soldati hanno abbattuto la sua casa alle due di notte... o Zorah, di 16 anni, con due suoi fratelli in carcere, che potrà andarli a trovare ancora per poco perchè compirà 17 anni...

Peccato davvero, signor Primo Ministro, che non tu abbia potuto fermarti a dormire a casa di Zorah, perché forse... visto che non avresti preso sonno -come da sempre fanno ogni notte tutti i ragazzi di Dheisheh per l'angoscia e la paura dei soldati- forse avresti riflettuto e capito un po' meglio in che razza di abbruttimento della dignità umana ti trovavi “con la testa e col cuore”...

Ma cosa dovrà mai succedere ai nostri politici se nessuna protesta è partita dall'Italia dopo che l'aereo del Presidente Prodi è stato bloccato a Tel Aviv dagli 007 israeliani perché qualche “terrorista palestinese” (Jihad o Taher, Mohammed o Zorah?) si è permesso di regalargli uno splendido cuscino ricamato a mano! Ma dopo tutto il Mossad faceva solo il suo lavoro: un cuscino con i colori della bandiera palestinese non è davvero accettabile che passi il confine israeliano.

http://groups.google.com/group/bocchescucite/browse_thread/thread/62e2a42ba9c3d327?hl=it

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