sabato 21 luglio 2007

La soluzione dei due stati è morta

Khalid AMAYREH. tepeoplevoices.org. Tradotto da Gianluca Bifolchi. TLAXCALA
Naturalmente ad Israele non fa piacere sentir parlare della morte della soluzione dei due stati. Israele vuole che la soluzione dei due stati muoia praticamente, in modo silenzioso e graduale, ma spera di tenerla in vita formalmente. Questo è esattamente quello che è accaduto mentre il governo israeliano continua a ribadire il suo impegno per uno stato palestinese mentre fa tutto il possibile per togliere ogni sostanza a questa prospettiva.

Agendo in questo modo Israele ha avuto effettivamente successo nel desensibilizzare la comunità internazionale, compreso il mondo arabo, evitando il grande shock che si sarebbe prodotto se la prospettiva di uno stato palestinese fosse stata resa impossibile in modo troppo esplicito.

Nonostante ciò, Israele vuole ancora dare ai Palestinesi uno "stato", cioè una contorta entità di bantustan, isolati l'uno rispetto all'altro, circondati in modo serrato da insediamenti ebraici, senza Gerusalemme, senza sovranità, senza libertà e senza futuro.

E' uno "stato" nel quale alla fine Israele cestinerebbe tutti i Palestinesi indesiderati, compresi i propri cittadini di origine palestinese perché "Israele è uno stato ebraico e voi non siete Ebrei!!!"

Di fatto Israele ha uno schema demoniaco che sembra funzionare così.

Israele continuerà a creare fatti compiuti in tutta la West Bank fino a raggiungere il punto nel quale una ulteriore espansione diventa indesiderabile.

A quel punto Israele rivolgerà un caloroso appello ai "nostri cugini Palestinesi a venire a tavolo della pace e, per favore, a dare una possibilità alla pace".

"I nostri figli e i vostri figli meritano di vivere in pace, fermiamo il fiume di sangue, dimentichiamo il passato, proviamo a costruire un prospero futuro per i nostri due popoli", direbbero i leader e i portavoce degli Israeliani, con tutta l'onestà del mondo affiorante dai toni delle loro voci.

Le ingannevoli, velenose parole, riflettenti il "nuovo Israele" lascerebbero una immediata impressione positiva sugli ingenui Europei e nord Americani, e i media dell'occidente, particolarmente in nord America, ripeterebbero a pappagallo e in modo solenne "il serio invito alla pace che arriva da Israele".

Centinaia di titoli altisonanti, glorificanti la nuova alba di pace nel Medio Oriente, apparirebbero sulle prime pagine dei quotidiani americani . Inoltre, CNN, ABC, CBS, Fox News, BBC, e persino al-Jazeera celebrerebbero la lungamente attesa nascita del "nuovo Israele" con notizie di apertura ed euforici servizi in diretta.

Inoltre, il Congresso americano terrebbe una speciale sessione per benedire e sostenere l'impulso di Israele verso la pace e per spingere gli Arabi ed in particolar modo i Palestinesi ad essere realistici e ad abbandonare la "cultura dell'odio".

Persino il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrebbe una sessione speciale su richiesta USA, lodando la "buona volontà d'Israele verso i Palestinesi", e invitando i Palestinesi a gesti di reciprocità.

In breve, il mondo intero celebrerebbe la consumazione finale dell'assassinio della Palestina.

E nel caso in cui i frustrati e tormentati Palestinesi chiedessero giustizia, verrebbero duramente ridotti al silenzio ed accusati di voler perpetuare la guerra ed il conflitto, e mettere indietro le lancette della storia proprio quando la pace sta per avere una vera chance.

Non c'è dubbio che questo è il piano definitivo di Israele per i Palestinesi e la loro patria.

Oggi Israele non ha solo ucciso la soluzione dei due stati, ha anche ucciso la prospettiva di una pace tra Islam e giudaismo, perché la Palestina è l'incudine comune di entrambe le religioni.

Ma c'è ancora una sottile speranza di evitare l'impensabile, che non è poi così imprevedibile, data la storia del Medio Oriente.

Questa possibilità consiste nella creazione di una sola democrazia ed uno solo stato nell'area che si estende dal Mediterraneo al fiume Giordano.

In questo stato, Israeliani e Palestinesi potrebbero vivere in pace e parità di diritti, senza alcuna discriminazione basata sulla religione, il colore o la razza.

Dato che i Palestinesi sono già oggi oltre la metà della popolazione di Palestina-Israele sono qui per restare. Non se ne andranno. E non accetteranno l'occupazione e l'apartheid per sempre.



Originale inviato dall'autore in data 19 luglio 2007

E' possibile leggerlo
qui

L’autore

Gianluca Bifolchi è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

URL di questo articolo su Tlaxcala:
http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=3360&lg=it

Testo completo anche a:
http://frammentivocalimo.blogspot.com/

Nessun commento: