lunedì 8 ottobre 2007

Le catacombe contemporanee dei cristiani palestinesi

Francesca Paci, la Stampa, 08.10.07. L'assassinio di Rami Khader Ayyad, il libraio cristiano responsabile della libreria della Società Biblica Palestinese di Gaza, accende i riflettori su una situazione che i cristiani palestinesi, per paura, si affannano a definire "tranquilla". Il problema non è solo Gaza. A Betlemme le ragazze cristiane vengono considerate "facili" e approcciate volgarmente. A Taybeh, vicino Ramallah, i cristiani non vendono la terra ai musulmani e si fregiano d'essere l'ultimo villaggio palestinese cristiano al cento per cento. A Nablus Ibrahim preferisce tenere a casa la catenina con il crocifisso e la data di battesimo. A Gaza poi, dopo la vittoria di Hamas, le pochissime chiese si sono svuotate e i cristiani si raccomandano di non essere citati nei reportage giornalistici. Eppure, alla richiesta esplicita, tutti negano. "Siamo fratelli, palestinesi, stesso popolo", ripetono. La verità emerge dai gesti, uno scatto nervoso se il giornalista chiede il nome, l'atteggiamento furtivo, la clandestinità religiosa in un contesto dove la religione è identità da esibire. Come in una catacomba contemporanea. Adesso i leader di Hamas a Gaza si affrettano a condannare l'assassinio del libraio di Gaza, ma l'aria è pesantissima e lo sanno. Un'aria da prima della pioggia.

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