martedì 9 ottobre 2007

Cordoglio per cristiano ucciso a Gaza. Non si strumentalizzi ancora una volta la tragedia

L'assassinio  di Rami Khader Ayyad nella Striscia di Gaza , che molte volte ho incontrato proprio a Gaza, lascia costernati ed è un fatto gravissimo: esprimo tutto il mio cordoglio alla famiglia e alla comunità cristiana.

Le responsabilità dell'omicidio devono venire alla luce e i colpevoli puniti, così come già dichiarato dalle autorità di Hamas che controllano la Striscia e dal Presidente Mahmoud Abbas.

Da parte sua la Comunità Internazionale e soprattutto i media devono fare tutto quanto in loro potere per evitare di strumentalizzare questa tragedia, incentivando tesi pericolosissime che rintracciano nello scontro tra religioni episodi isolati e da condannare ma ad opera solo di schegge impazzite di una società allo stremo, quale quella di Gaza.

Lo ha ribadito anche monsignor Fouad Twal, arcivescovo coadiutore del Patriarcato latino di Gerusalemme, che ha escluso ci possa essere una persecuzione dei cristiani a Gaza, e anche il custode di Terra Santa del Vaticano padre Pierbattista Pizzaballa.

Fino ad ora i cristiani che hanno lasciato la Palestina lo hanno fatto per l'impossibilità di vivere dietro un muro, bloccati dai check point, e senza nessuna prospettiva economica. Ma il pericolo di una spirale di violenza è sempre presente.

Soltanto lavorando per la fine dell'occupazione militare, per la giustizia, il dialogo e la convivenza in Medio Oriente si potranno evitare simili episodi di intolleranza e barbarie, e soprattutto non lasciando a gruppi fanatici la possibilità di manipolare la disperazione di un popolo in lotta per uno Stato Palestinese indipendente e sovrano, in sicurezza e affianco a quello di Israele, dove la libertà di religione ed espressione siano alla base di una vera democrazia e convivenza civile.

Per info Luisa Morgantini 0039 348 39 21 465 o Francesca Cutarelli 0039 340 56 49 335

Luisa.morgantini@europarl.europa.eu www.luisamorgantini.net

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