martedì 6 novembre 2007

E' morto Daniel Amit, intellettuale e uomo di pace Una voce fuori dal coro in Israele e nella scienza


Daniel Amit a una manifestazione nonviolenta in Palestina

Il suo era un nome conosciuto, in Italia e in Israele, tra chi si batte per una pace giusta in Palestina. Professore di Fisica teorica, si divideva tra Roma e e Gerusalemme, tra la Sapienza e la Hebrew University. E proprio nella sua casa di Gerusalemme, a 69 anni, Daniel Amit è morto. Si è tolto la vita, dopo aver lasciato una lettera per i familiari.
Nato nel 1930 in Polonia, immigrato in Palestina all'inizio degli anni Quaranta, nel 1991 prese la cittadinanza italiana. Era uno scienziato rigoroso, un pioniere nello studio delle reti neuronali, ma anche un uomo con una vera passione per la politica, sempre in prima fila nelle iniziative di pace. Un intellettuale senza paura di esporsi, di fare scelte controcorrente, anche clamorose. Come quando decise di interrompere la sua quarantennale collaborazione con la prestigiosa rivista della American Physical Society.
Luisa Morgantini:
Non sopportava più il dolore di vivere in un mondo cosi' violento e ingiusto. Non trovava più la forza di credere che valesse la pena continuare a resistere,che potevamo farcela. Anche Daniel è vittima dell'ingiustizia. L'8 Giugno, anniversario di quarant'anni di occupazione militare israeliana era con noi in una piazza del Testaccio a Roma, per dire basta all'occupazione militare israeliana, a chiedere giustizia ed uno stato per i palestinesi, a dire basta alle guerre. Dopo la guerra in Iraq, da scienziato si era rifiutato di collaborare con una rivista Scientifica Americana mettendo in discussione il rapporto scienza guerra. Da ebreo, da israeliano, da cittadino del mondo rifiutava la politica coloniale e l'oppressione della popolazione palestinese. La sua è una morte che pesa come una montagna, come la domanda incessante di non essergli stati abbastanza vicino. Ma cosi' è stato anche per Alex Langer. Caro Daniel, la tua radicalità e dolcezza, il tuo rigore morale, il tuo sacrificio, aiuteranno tutti noi che ancora non abbiamo perso la speranza. Non lasceremo sola Dahlia.

Daniel Amit, Dall'inferno della Palestina, Testimonianze contro il male. la rivista del manifesto, 27.4.02

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