Luisa Morgantini*, Carta Settimanale, 24.11.07. Ospedali, farmacie, beni di prima necessità, materie prime per le industrie, carburante, energia elettrica, libri di testo per gli studenti, mancanza di cemento perfino per sotterrare i morti, questa volta uccisi non solo dai soldati israeliani ma da lotte interne palestinesi e in principal modo dalle forze di polizia di Hamas, all'interno del quale hanno prevalso i più radicali estremisti.
Nulla viene risparmiato dalla brutalità dell'assedio a cui è sottoposta
Tutti questi appelli però sono caduti nel vuoto: le violazioni del diritto umanitario internazionale continuano sotto gli occhi di tutti e la vita dei palestinesi è un inferno. Ce lo ricordano con forza i promotori della Campagna per la fine dell'assedio, imprenditori, intellettuali, accademici e molte donne attiviste che, dalla Cisgiordania e dalla stessa Striscia, avanzano una richiesta sincera d'aiuto che dobbiamo far nostra per fermare questa vergogna e " salvare la gente e non i governi o i partiti politici". Si tratta di realtà e associazioni da anni impegnate nella difesa dei diritti umani, uomini e donne che aldilà delle posizioni dei partiti politici e delle drammatiche divisioni odierne, rappresentano una speranza per la pace, lavorando spesso fianco a fianco con associazioni israeliane per la fine dell'occupazione e il diritto a due Stati per due popoli. Le donne palestinesi in Cisgiordania e a Gaza, le molte attiviste e laiche, hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nelle battaglie per la loro libertà dall'occupazione militare e da un sistema patriarcale. A Gaza, malgrado l'avvento di Hamas organizzazioni di donne continuano a resistere e ad agire per il cambiamento sociale, nonostante sia innegabile il rischio di una regressione dei loro diritti col sopravvento di movimenti religiosi che tolgono spazi di libertà conquistati. Anche per questo, per invertire la tendenza in atto, è un dovere morale non lasciarle sole.
Gli organizzatori della Campagna, dicono chiaramente che in una simile situazione di chiusura e asfissia, senza prospettive di un futuro possibile, sia prevedibile il fiorire di estremismi e ulteriori violenze, con impatti disastrosi non solo sulla situazione interna palestinese ma anche sull'ambiente politico dell'intera regione, distruggendo ogni possibilità di pace e sicurezza.
Fino a quando malati di cancro o donne incinte continueranno a morire nell'attesa di permessi per oltrepassare i valichi dalla Striscia e recarsi negli ospedali in Israele o in Egitto, ogni senso di giustizia e dignità umana rimarrà lettera morta. Lettera morta i diritti di tanti altri malati gravi costretti a rinunciare alle cure spesso rimanendo sospesi tra la vita e la morte mentre le sale operatorie degli ospedali di Gaza sono deserte perché prive dei prodotti medici di base. Lettera morta il diritto all'istruzione per gli studenti che in oltre 600 non hanno ricevuto quest'anno il permesso di raggiungere le università in Cisgiordania o all'estero o che non hanno neanche i libri di testo e ancora peggio come denuncia l'Unrwa i bambini che vanno a scuola sono deconcentrati perchè hanno fame. E intanto aumentano i prezzi delle merci, ma anche la disoccupazione e il contrabbando, e le fragole o i pomodorini o i fiori di Gaza marciscono nei magazzini perché non possono essere esportati. Secondo
Conoscere da vicino quanto possa essere dura una simile quotidianità, esprimere il nostro appoggio concreto per porre fine all'assedio della Striscia, con iniziative e mobilitazioni popolari in vari paesi, ribadire la libertà di movimento a Gaza come in Cisgiordania, è il minimo che ciascuno possa fare per rompere l'isolamento e il silenzio su questi crimini contro l'umanità. Ma vincere l'assedio di Gaza non basta, il popolo palestinese ha diritto alla libertà e alla fine dell'occupazione militare israeliana, ma questo, vista l'irresponsabilità e la complicità con la politica nord-americana e israeliana, non sembra essere all'ordine del giorno.
*Vicepresidente del Parlamento Europeo
luisa.morgantini@europarl.europa.eu; www.luisamorgantini.net;
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