19 luglio, un caldo pazzesco. Torniamo dalle colline dopo tre ore con le pecore. Arriviamo a casa e cerchiamo di recuperare il sonno perso durante la notte: troppo caldo, troppe zanzare, troppi cani che abbaiano.
In villaggio c’è una comitiva di bambini di un campo estivo, cittadini di Hebron in visita alla campagna. Alle 12 i bambini vanno sulla strada principale in fila indiana e salgono su due pullmann. Ma i responsabili vengono bloccati da una jeep di soldati che passava di lì.
Vogliono controllare i permessi ed i veicoli, perché possono essere pericolosi… (per i coloni insediati illegalmente nella zona).
Noi corriamo sul posto e capiamo che i soldati (ventenni) avevano trovato su ogni pullman una seconda targa, gialla.
Qui ci sono due tipi di targhe: gialla per gli israeliani e per girare in Israele, verde per i palestinesi. I bus avevano targhe verdi avanti e sul retro, e due targhe gialle nel bagagliaio. Gli autisti hanno spiegato che per una compagnia di trasporti è normale, per poter viaggiare sia in Israele che in Palestina al bisogno. I soldati dicono di non essere competenti e di dover chiamare la polizia. Il leader del gruppo protesta, sa che la polizia non arriverà prima di un’ora, perché sa che quei soldati non chiameranno la polizia, ma il loro comandante, e sarà lui ..forse ..che chiamerà la polizia.
La cosa mi è sembrata subito molto paradossale: solo un mese fa gli stessi soldati semplici fermavano le automobili, controllavano le targhe comunicando via radio con l’ufficio, e decidevano se lasciarle andare o se strappare la targa... per vari motivi. Quindi l’esercito è più che competente in materia di targhe, se vuole.
Oramai erano passati più di quaranta minuti, la polizia non era ancora arrivata sulla strada. Quando sono i coloni a chiamare la polizia, arriva dopo 15 minuti… Gli 80 bambini stavano letteralmente cocendo dentro le lamiere dei pullman, fermi sotto il sole di mezzogiorno a più di 35 gradi. Noi continuiamo a chiedere ai soldati di portare acqua ai bambini. La basa militare più vicina è a soli 10 minuti. E’ loro dovere fornire acqua a chiunque venga detenuto temporaneamente.
Dopo un’ora è arrivata la polizia ma ancora niente acqua. Non volevano più nemmeno parlare con me, allora ho iniziato a fissarli negli occhi. Sono rimasta cinque minuti appiccicata al finestrino della loro jeep. La polizia intanto stava disquisendo con arroganza con gli autisti. Gli avrebbero fatto una multa per sosta vietata lungo la strada (entrambi i pullman erano fuori dalle righe perché il bordo strada è largo tre metri). Gli autisti hanno protestato: non sono stati loro a voler rimanere un’ora a bordo strada, sono stati costretti dall’esercito. No way.
Multa di 500€. Abbiamo chiamato i giornalisti ma quelli italiani non rispondevano. Ha risposto Amira Hass, era molto interessata, sta facendo una ricerca su come la polizia applichi multe molto più salate ai palestinesi rispetto agli israeliani.
Operazione Colomba. CorpoNonviolento di Pace. Associazione Comunità Giovanni XXIII
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