domenica 18 novembre 2007

Abu Mazen: «Cacciamo la banda di Hamas»

Davide Frattini, Corriere della Sera, 16.11.07. Il governo di Ehud Olmert — rivela il quotidiano Haaretz — discuterà lunedì la questione del riconoscimento di Israele come Stato ebraico. Avigdor Lieberman, ministro per le Minacce strategiche, vuole che il riconoscimento da parte dei palestinesi venga posto come precondizione a qualunque negoziato. Il leader del partito ultranazionalista Israele la nostra casa starebbe preparando con il Likud, all'opposizione, una legge che stabilisca il principio. «Olmert ha deciso di impedire qualunque apertura sui rifugiati palestinesi», commenta l'analista Danny Rubinstein alla France Presse. Israele considera il diritto al ritorno una minaccia alla sua esistenza come Stato ebraico. «Alla vigilia di Annapolis — scrive Haaretz in un editoriale — il governo tira fuori questa assurda richiesta, dopo che i nostri leader hanno fatto di tutto per sabotare il carattere ebraico del Paese: insediamenti sparsi nel cuore della popolazione palestinese che rendono impossibile separare i due Stati lungo un confine attuabile».
Abu Mazen non ha risposto direttamente alla richiesta. «La Palestina storica sarà divisa in due Stati — ha commentato —. Non discutiamo del carattere religioso dell'uno o dell'altro». A escludere un'intesa sono stati il premier Salam Fayyad («possono chiedere quello che vogliono, ma non lo otterranno da noi») e Saeb Erekat, negoziatore e consigliere del presidente: «Riconosciamo il diritto di Israele a esistere. Ma i palestinesi non lo accetteranno come uno Stato ebraico».
La strage di lunedì ha spinto Abu Mazen a cambiare i toni. «Dobbiamo far cadere questa banda che ha preso il controllo con le armi e sta abusando del nostro popolo», ha detto il presidente in un discorso. L'appello minaccioso è arrivato dopo gli scontri alla manifestazione in memoria di Yasser Arafat, dove il Fatah è riuscito a portare oltre duecentomila persone. Alla fine della parata i miliziani fondamentalisti hanno sparato sulla folla e otto persone sono rimaste uccise. La polizia organizzata dal movimento integralista ha arrestato quattrocento attivisti del partito laico — il premier deposto Ismail Haniyeh ha annunciato che alcuni verranno rilasciati —, ha aumentato i controlli sui giornalisti palestinesi e starebbe progettando di limitare le riunioni pubbliche

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