venerdì 26 ottobre 2007

Gaza. Israele toglie la luce Onu: così cresce la rabbia

l'Unità. 25.10.07. Gza senza luce. Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha deciso giovedì il taglio della corrente elettrica nella Striscia di Gaza. Una misura che viene duramente condannata da Christopher Gunness, portavoce dell'Unrwa: «La gente di Gaza si sente sempre più isolata e abbandonata; il blocco imposto da Israele sta contribuendo a radicalizzare gli animi e non porta sicuramente alla pace». Christopher Gunness, portavoce dell'organismo dell'Onu per l'assistenza ai rifugiati palestinesi rilascia una intervista all'agenzia cattolica Misna in cui sostiene che la misura approvata dal ministro della Difesa Ehud Barak per ridurre la fornitura di energia elettrica a Gaza può avere conseguenze ulteriormente negative per una popolazione già allo stremo. "Secondo i dati in nostro possesso - continua - il 35% della popolazione di Gaza vive al di sotto della soglia di povertà, il 44% della forza lavoro è disoccupata, il 90% degli stabilimenti produttivi è fermo; da mesi non si può né importare né esportare, oltre un milione di persone vive esclusivamente grazie alla distribuzione di viveri organizzata dall'Onu e da organizzazioni non governative". Una situazione al limite della sopportazione che alcuni giorni fa era stata descritta con toni preoccupati alla MISNA anche da John Dugard, l'inviato delle Nazioni Unite nei Territori Palestinesi: "E' da sette anni che visito con regolarità Cisgiordania e Gaza - aveva detto in quell'occasione Dugard - e da un punto di vista umanitario la situazione non è mai stata peggio di così. La chiusura dei principali valichi di frontiera ha rinchiuso la popolazione della Striscia in una vera e propria prigione: è impossibile la circolazione delle persone, difficile il reperimento di generi di prima necessità; ci troviamo di fronte a un serio livello di povertà che potrebbe anche generare una terza Intifada".

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